1.000.000 – 600 a.c.

Dono di Prometeo agli uomini contro il volere degli dei, secondo le antiche leggende, il fuoco, prima fonte energetica, fu a lungo sacro oggetto di culto. La più antica fonte luminosa alternativa al sole è il fuoco, intorno al quale gli uomini si raccoglievano al calare della notte. Il possesso e la conservazione del fuoco determinarono la supremazia ed il potere. E’ difficile spostare il fuoco, per questo si scoprono le prime forme di lampada, consistenti in pietre cave piene di grasso animale. Il primo oggetto per l’illuminazione è la “lucerna”. Costruita in argilla, è un semplice recipiente con un foro per introdurre l’olio e un secondo foro dal quale fuoriesce il lucignolo, fatto di foglie attorcigliate. In seguito sarà decorata con immagini allegoriche o religiose e diventerà un oggetto artistico.

1.000.000 – 600 a.c.
600 a.c. – 200 a.c.

Nella storia dell’illuminazione artificiale lo stoppino segnò una rivoluzione simile a quella della ruota nella storia della tecnica dei trasporti. L’invenzione della candela determina una svolta nell’illuminazione; all’olio si sostituisce un combustibile solido, più facile da trasportare. Per secoli si usa il sego (grasso animale) che però consuma rapidamente ed emana un odore sgradevole. In seguito il sego sarà sostituito dalla stearina, ottenuta dai grassi animali con un processo chimico. Nel 600 a.c. il greco Talete aveva osservato che, strofinando un pezzo di ambra (resina fossile) su una pelliccia, l’ambra acquisiva l’insolita proprietà di attrarre piccoli pezzi di materiali e polvere. E’ la più antica esperienza di elettrizzazione.

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600 a.c. – 200 a.c.
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200 a.c. – 1000

Ecco come Petronio nel Satyricon narra il ritorno a casa dei protagonisti dopo un lauto banchetto: “Nessuno ci faceva strada con una fiaccola, e andavamo errando a casaccio nel silenzio della notte, sperando invano d’incontrare gente con dei lumi.” L’illuminazione pubblica di strade e piazze nelle ore notturne, pur sembrando ai nostri giorni qualcosa di scontato, è una conquista relativamente recente. Poco si conosce dell’illuminazione delle città antiche. Si può ipotizzare che le principali vie di alcune città romane fossero illuminate da fiaccole e lucerne, poste all’ingresso delle abitazioni private e delle taverne. Dagli scavi effettuati lungo la via dell’Abbondanza a Pompei, in un tratto di cinquecento metri, si contano 285 nicchie adatte a contenere una lucerna. La scansione delle nicchie è ritenuta la dimostrazione dell’esistenza di un vero e proprio sistema d’illuminazione pubblica.

200 a.c. – 1000
1000 – 1500

La vita dei centri urbani si ferma in modo naturale con il tramonto del sole; la maggioranza delle persone non sentono l’esigenza che le strade siano illuminate. Per tutto il Medioevo e parte dell’età moderna le uniche fonti di luce notturna per le strade sono le lampade votive, alle quali si affiancano le torce o le lumiere, affisse ai palazzi. Per rispondere alle esigenze di chi si deve avventurare di notte per le strade buie, si istituisce il servizio di noleggio dei porta lanterna. Diversi statuti cittadini impongono quest’obbligo nelle uscite notturne e prevedono una multa per chi è sorpreso per via senza lume. Il lume, più che mezzo per vedere, è considerato strumento per essere visti. Poiché i malfattori cercano le tenebre per le loro imprese, la lanterna diventa “contrassegno di buona fede”.

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1000 – 1500
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1500 – 1600

Nel Cinquecento emersero i primi segnali di un’illuminazione pubblica fissa e permanente. Per la prima volta si usa la parola “elettrico” in un trattato scientifico. Nel 1524 a Parigi si fa il primo tentativo di impianto di illuminazione fisso, ponendo agli angoli delle strade dei falots, ovvero larghi vasi riempiti di pece. Successivamente i falots sono sostituiti da lanterne con candele. Altre capitali seguono l’esempio di Parigi. Ad Amsterdam un decreto del 1579 stabilisce che i lumi, posti sui ponti della città, siano accesi sin dall’imbrunire e impone ai proprietari di osterie e locande di tenere accesa una lampada sopra la porta del locale, fino alle dieci di sera. La parola “elettrico” (dal greco elektron – ambra) venne usata per la prima volta nel 1600 nel “De Magnete” da William Gilbert (1544-1603), il quale osservò come anche altre sostanze presentassero le stesse proprietà dell’ambra.

1500 – 1600
1600 - 1730

Nel 1667 a Parigi nasce il primo impianto d’illuminazione pubblica: è costituito da 1000 lanterne con candele di sego, sospese con corde al centro della strada. L’illuminazione, limitata ai mesi invernali, valse a Parigi l’appellativo di “Ville lumière”. Prima città italiana a seguire l’esempio di Parigi è Torino. Nel 1675 al Vicario della Città viene comunicata “l’intenzione di Madama Reale [Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours] che si dovesse tenere le strade nette, e che parimenti si dovessero tenere lanterne sopra li cantoni accese di notte ad effetto che si potesse camminare per la città…”.

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1600 - 1730
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1730 – 1755

L’Ordine Reale di Vittorio Amedeo II di Savoia emanato il 18 dicembre 1727 prevedeva: “…stabiliamo chi osasse romper, o far altro attentato contro i Lanternoni, la pena di scudi duecento d’oro … e per la seconda d’anni cinque di galera…”. Spesso il popolo reagisce con rabbia alle innovazioni, viste come ulteriori forme di controllo, e numerosi sono gli atti di vandalismo. Danneggiare i lampioni diventa un atto di ribellione contro l’ordine, di cui le lanterne sono simbolo.

1730 – 1755
1755 – 1786

Gradatamente le strade vengono illuminate da lanterne a sego, sorrette da pali in legno o da bracci sporgenti dai muri dei palazzi. Successivamente il sego è sostituito dall’olio vegetale. L’illuminazione delle abitazioni progredisce con la lampada di François Ami Argand. L’innovazione consiste in uno stoppino di forma cava, introdotto in un tubo di vetro, che produce una fiamma molto luminosa e priva di fumo. Un congegno, in grado di sollevare ed abbassare lo stoppino, permette la regolazione della fiamma.

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1755 – 1786
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1786 - 1800

Nel 1792 lo scozzese William Murdock e nel 1796 il francese Filippe Lebon iniziano gli esperimenti di distillazione del carbone fossile e del carbone di legno per la produzione del gas. In Inghilterra l’uso del gas si diffonde rapidamente: nel 1802 la casa di Murdock è la più illuminata di Londra. Nel 1807 viene illuminato il Pall Mall, elegante via dei club aristocratici londinesi.

1786 - 1800
1800 - 1815

Con la scoperta dell’arco voltaico fa il suo ingresso ufficiale l’illuminazione elettrica. La storia dell’illuminazione elettrica inizia nel 1800. Grazie alla pila di Volta, i ricercatori ebbero per la prima volta a disposizione una fonte di energia elettrica.

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1800 - 1815
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1815 – 1820

A Parigi il 1 gennaio del 1819 nella piazza del Carouselle fanno la loro apparizione i primi lampioni a gas, suscitando l’ammirazione dei presenti. A Milano nel 1818 si sperimenta per la prima volta l’illuminazione a gas di un piccolo teatro. Nel 1823 a Torino viene illuminato “con un lustro [lampadario] a cinque fiamme” il caffè Gianotti, oggi caffè San Carlo.

1815 – 1820
1820 / 1840

Nel 1820 in Francia William De La Rue costruisce una lampada molto vicina alle future lampade ad incandescenza: ha il filamento di platino, ma breve durata. Partendo dall’esperienza acquisita nell’illuminazione di Lione e di altre città francesi, il lionese Hippolyte Gautier nel 1838 convince l’Amministrazione di Torino a costituire la Società anonima per l’illuminazione a gas col nome di Società di Porta Nuova.

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1820 / 1840
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1840 – 1844

Negli anni 1840 e 1841 in Inghilterra William Robert Grove e Friederck De Moleyns compiono alcuni esperimenti portando all’incandescenza fili sottili di platino. A Parigi Léon Foucolt, utilizzando carbone di storta, proveniente dalla fabbricazione del gas, costruisce una lampada ad arco dalle discrete prestazioni. Una sera di dicembre del 1844 place de la Concorde di Parigi è inondata dalla luce di una lampada ad arco, alimentata da 100 elementi di pila Bunsen. L’esperimento era stato ideato da Louis Joseph Deleuil, un ottico parigino.

1840 – 1844
1844 – 1846

Nel 1845 De Changy, nella ricerca del filamento più adatto, prova il platino e altri materiali, tentando di prolungare la vita della lampada. Ipotizza anche l’impiego delle sue lampade nelle miniere dove il pericolo di incendio, provocato dai lumi a fiamma, è elevato. In quegli anni si susseguono i brevetti, fra i quali quello di W. Staite, che utilizza filamenti di iridio. La sera del 1 ottobre 1846 viene attivato il primo impianto di illuminazione a gas nelle vie Doragrossa (ora Garibaldi), Po, Nuova (ora Roma), Santa Teresa e nelle piazze Castello, San Carlo e Vittorio Emanuele, con l’installazione di 240 fanali.

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1844 – 1846
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1846 - 1847

L’inglese Joseph Wilson Swan, destinato ad avere un ruolo importante nello sviluppo della lampadina, inizia a costruire lampade con filamento ottenuto da carta carbonizzata. Negli Stati Uniti nel 1846 Walter Starr costruisce una lampada costituita da un filamento di carbone di storta racchiuso in una campana di vetro priva d’aria.

1846 - 1847
1847 – 1859

Negli Stati Uniti il tedesco Heinrich Göbel costruisce lampade ad incandescenza con filamenti in fibra di bambù carbonizzata, posati entro tubi di vetro nei quali viene praticato il vuoto. Non essendo in grado di sostenere la spesa, non presenta istanza di brevetto. Nel corso di numerose vertenze giudiziarie, che riguardarono i brevetti richiesti da Edison, a Göbel fu riconosciuta la priorità dell’invenzione.

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1847 – 1859
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1859 – 1865

Proseguono i tentativi per trovare il filamento della lampada migliore e più resistente. De Changy realizza un filamento a forma di elica a spire molto fitte che emette una bella luce bianca, ma di breve durata. L’inglese Friederick De Moleyns utilizza un filamento costituito da una spirale di platino sulla quale faceva cadere della polvere di carbone. Dopo breve tempo il carbone si volatilizzava.

1859 – 1865
1865 – 1868

Nel 1865 il tedesco Herman Sprengel inventa la pompa pneumatica a caduta di mercurio. Con essa è possibile praticare il vuoto nei bulbi di vetro, che ospitano i filamenti e, di conseguenza, aumentare la durata di funzionamento della lampada.

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1865 – 1868
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1870 – 1871

Grazie all’invenzione di apparecchiature che regolano il movimento dei carboni, mantenendoli alla distanza di innesco dell’arco, e soprattutto grazie alle nuove macchine generatrici di energia elettrica, le lampade ad arco possono illuminare grandi aree.

1870 – 1871
1871 - 1872

Nel 1872 Il fisico russo Alexander De Lodyguine realizza una lampada con filamento di grafite a forma di “V” posto in un globo di vetro riempito d’azoto. Con 200 di queste lampade viene illuminata la darsena dell’Ammiragliato di Pietroburgo.

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1871 - 1872
1872 – 1874

William Sawyer e Abdon Man realizzano una nuova lampada modificando quella di De Lodyguine. Consisteva in un tubo di vetro entro cui si trovava un carbone sottilissimo; il tubo era riempito di azoto per impedire la combustione del bastoncino. LE CITTA’ CONTINUANO AD ESSERE ILLUMINATE CON IL GAS E L’OLIO

1872 – 1874
1874 – 1875

Negli anni 1875 e 1876 il russo Paul Jablochkoff perfeziona la lampada ad arco, fornendo un impulso notevole alla sua diffusione nell’illuminazione di spazi esterni o di grandi ambienti. Jablochkoff ebbe l’idea di collocare nel suo globo le due asticelle di carbone accostate e parallele; la distanza fra gli elettrodi rimaneva costante e il loro consumo graduale.

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1874 – 1875
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1877 - 1878

I torinesi entrano in contatto con la luce elettrica per la prima volta la sera dell’ 8 dicembre 1878 con l’illuminazione del caffè Romano, mediante globi Jablochkoff. Nello stesso anno e con le stesse lampade viene illuminata place de l’Opera di Parigi.

1877 - 1878
1878 – 1879

Nel mese di luglio 1878 Edison, informato delle prove sull’illuminazione effettuate alla Mostra Industriale di Parigi e sulle prospettive che quel settore poteva offrire, col contributo di parecchi finanzieri e un capitale di trecentomila dollari, fonda la Edison Electric Light Company.

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1878 – 1879
75 - Ecomuseo Sogno di Luce - Museo della Lampadina Alessandro Cruto - Alpignano TO
1880

Joseph Wilson Swan costruisce una lampada dalla durata accettabile che presenta a Newcastle il 20 ottobre 1880. Il filamento non era più costituito da cartone carbonizzato ma da cotone in trecce lunghe 10 centimetri ripiegate a ferro di cavallo e carbonizzate.

1880
1882 - 1883

Hiram Maxim, che operava su filamenti ottenuti con cartone Bristol carbonizzato, brevettò un procedimento denominato “di nutrizione”: dopo la carbonizzazione il filamento veniva riscaldato in atmosfera di idrocarburi e su di esso si depositava uno strato ulteriore di carbonio. La durata delle lampade era di circa 300 ore. George Lane-Fox fece brevettare vari tipi di filamenti ottenuti con materiali diversi: gramigna indurita con zolfo e ossicloruro di zinco, lega di platino-iridio e materiale refrattario miscelato con carbone polverizzato.

77 - Ecomuseo Sogno di Luce - Museo della Lampadina Alessandro Cruto - Alpignano TO
1882 - 1883
97 - Ecomuseo Sogno di Luce - Museo della Lampadina Alessandro Cruto - Alpignano TO
1886 – 1896

Nel 1890 il viennese Auer von Wilsbach inventa la reticella ad incandescenza, la stessa in uso ancora oggi nelle lampade a gas da campeggio. La luce prodotta dalla reticella è intensa, bianca e non sprigiona fumi. E’ l’ultimo tentativo del gas per contrastare la diffusione della lampada ad incandescenza. Nel 1888 Arturo Malignani opera due importanti innovazioni: una nuova pompa che consente di praticare il vuoto in molte ampolle contemporaneamente e l’introduzione nel bulbo di sostanze a base di fosforo (getter) che, combinandosi con i gas residui, ne eliminano la presenza, migliorando l’efficienza delle lampade.

1886 – 1896