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1847

Il 24 maggio 1847 nasce a Piossasco Alessandro Cruto. Per una curiosa coincidenza nello stesso anno nascono altre due persone, che influenzeranno decisamente il suo destino. A Milan nello stato dell’Ohio l’11 febbraio nasce Alva Thomas Edison e a Livorno Piemonte (oggi Livorno Ferraris) il 30 ottobre nasce Galileo Ferraris, che avrà notevole influenza su di lui e gli fornirà indirettamente lo spunto per la scoperta del filamento ottimale per realizzare la lampada ad incandescenza.

1847
1847 - 1859

«…Per dare un’idea dell’essere mio basta il sapere che io non ho fatto corso regolare di studi. Compii le scuole elementari a Piossasco poscia mio padre volendomi far istruire in modo che riuscissi un discreto capomastro;…». Figlio di un capomastro Alessandro Cruto frequenta le scuole elementari a Piossasco. I genitori pensano di indirizzarlo all’arte muraria per svolgere in futuro le mansioni di capomastro, continuando la professione edile dei nonni.

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1847 - 1859
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1859 – 1865

«… Quale siano i pensieri le idee che invadono quell’individuo che cerca apprendere da se medesimo lo studio della Chimica Fisica ben ne feci l’esperimento sopra di me medesimo…».

Negli appunti manoscritti di Cruto leggiamo che in un giorno imprecisato, quando era ancora ragazzo, apprese che il diamante altro non è che carbonio cristallizzato. Questo segnerà in modo determinante la sua vita e la cristallizzazione del carbonio in laboratorio sarà il SOGNO che la dominerà.

1859 – 1865
1868 – 1870

La notte di Natale del 1868 il ventenne Alessandro Cruto decide di studiare come produrre il diamante artificiale: «… dopo la messa di mezzanotte del 24 dicembre 1868, io fra le tenebre mi portavo alla nostra comune casa paterna; tutto era silenzio, la punta dello zolfanello che mi era servita ad accendere il lume si era già spenta, quando la mia mano, quasi come per istinto, traccia con questa alcune linee nere sul muro accanto al mio capezzale; il mio cervello postosi d’accordo con la mano le servì da regolatore. Fu in quell’istante che mi feci proponimento di studiare, di occupare tutte le ore che il mio dovere mi permetteva allo studio. Da quel dì tutte le mie poche forze intellettuali furono poste in esercizio».

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1868 – 1870
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1870 – 1871

«Era il 13 giugno 1870, tre individui ciascuno dei quali portava un involto attraversavano misteriosamente Piossasco e prendevano la via del monte dirigendosi verso Ponente». Alessandro Cruto organizza un piccolo laboratorio, coinvolgendo alcuni amici fidati, ed inizia i primi esperimenti, che avvengono lontano da casa e da occhi indiscreti: «… L’esperimento andò fallito per l’inabilità dell’apparecchio del quale non abbiamo potuto avere soddisfazione alcuna né in bene né in male, ma riguardo alla passeggiata ci piacque molto».

1870 – 1871
1871 - 1872

“… ma sarò capace di imparare ciò che sanno gli altri e poscia inoltrarmi nel progresso? Questa interrogazione più di una volta feci a me stesso…”. Alessandro Cruto pensa ad un futuro da ricercatore, ma è tormentato da forti dubbi. «… Che cos’è che trae l’uomo a distinguersi dal suo simile ? Dopo aver ben meditato trovo: la volontà; ma la volontà è in nostro potere e perché noi uomini dotati di sì sublime dote non consacriamo la nostra esistenza a sì nobile meta? Si da questo istante la mia esistenza sarà consacrata unicamente a svellere i segreti della natura.».

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1871 - 1872
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1872 – 1874

«…non attendeva che il giorno di poter aver l’apparecchio onde eseguire l’esperimento che mi avrebbe potuto confermare … i miei ragionamenti … dichiararmi … Capomastro oppure Chimico fisico». Per proseguire nei suoi esperimenti ad Alessandro Cruto serve uno strumento per comprimere i gas fino alla liquefazione, così progetta e disegna la macchina, ispirandosi a un esemplare illustrato nel “Trattato elementare di Fisica sperimentale e applicata” di Adolphe Ganot. Con l’aiuto della famiglia ordina alla Ditta Colla di Torino un compressore, in grado di raggiungere le 20 atmosfere necessarie.

1872 – 1874
1874 – 1875

«Nel giugno 1875 ho perduto mio padre… per il dolore di tale perdita e per il fatto che rimaneva solo per il disbrigo della professione di capomastro e fornaciaio poco potei occuparmi dei miei studi». Alessandro Cruto non si dà per vinto, decide di riprendere il suo sogno, momentaneamente interrotto, e abbandona la professione di capomastro per dedicarsi completamente a quella di inventore.

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1874 – 1875
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1875 – 1877

«… enumerare tutti gli esperimenti che feci sulla cristallizzazione del carbonio … sarebbe molto lungo … mi limiterò a pochi che riuscirono … per avere ottenuto del carbonio … che poi ho applicato per l’illuminazione elettrica per incandescenza…». «…In un forno a riverbero aveva disposto verticalmente un cilindro di ferro con entro un tubo di porcellana verniciata. Il tutto chiuso ermeticamente faceva passare del gas idrogeno bicarbonato. Riscaldando poi la parte di mezzo del cilindro, accendeva il gas, che lentamente attraversava l’apparecchio alla sua uscita…». «…Non m’ingannai, all’indomani trovai nell’apparecchio che dal tubo di porcellana si era staccata una foglia sottile di carbonio di sorprendente lucentezza, tanto dalla parte formatasi in aderenza al tubo che dall’altra parte. Detta foglia o lamina di carbonio era perfettamente omogenea, aveva il colore dell’acciaio brunito».

1875 – 1877
1877 - 1878

«… feci molti esperimenti sia per ottenere lastre di carbonio … sia per ottenere il diamante. Per quest’ultimo oramai ero convinto che se non poteva disporre di mezzi maggiori, non era più il caso di fare tentativi». Per cercare finanziatori, contemporaneamente alle ricerche sulla cristallizzazione del carbonio, Alessandro Cruto compie uno studio teorico sulla misura in scala logaritmica delle alte temperature e pubblica, a proprie spese, il fascicolo “La misura logaritmica universale delle temperature”. «… In tale condizione di cose pensai che era necessario di farmi strada con qualche altro lavoro, che fosse tale o di darmi i mezzi di fortuna per la continuazione della mia prima ricerca o che fosse tale da darmi autorevolezza tale da essere creduto capace di ciò… ritornai per ciò allo studio del mio nuovo sistema di misura delle temperature, che da successivi studi credei di doverlo chiamare: Misura logaritmica universale delle temperature».

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1877 - 1878
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1878 – 1879

«In sul principio dell’anno 1879 aveva letto qualche cosa sui tentativi che faceva Edison per una lampada ad incandescenza a spirale di platino». La sera del 24 maggio 1879 Galileo Ferraris, in una conferenza sull’illuminazione elettrica presso il Museo Industriale di Torino, descrive i vari sistemi disponibili e giunge alla conclusione che, mentre le lampade ad arco avevano già raggiunto un buon livello di affidabilità, la lampada ad incandescenza rappresentava ancora una curiosità da laboratorio, senza applicazione pratica. La soluzione teorica era stata individuata da oltre un decennio, ma non si trovava un filamento in grado di resistere alla temperatura d’incandescenza. Tra il pubblico era presente anche Cruto. «… una grande folla si pigiava in quella sala … io vi appresi la parte storica della lampada ad incandescenza … il principio dell’invenzione della lampada ad incandescenza trovandosi nel dominio del pubblico, mi fece pensare all’applicazione delle lamine di carbonio che imparai a fabbricare fin dall’anno 1876».

1878 – 1879
1880

«Esperimento sulla luce elettrica eseguito il 4 marzo 1880 nel Laboratorio del gabinetto di Fisica della Regia Università di Torino». «… si provò ancora con 8 con 9 e con 10 coppie Bunsen la luce emessa riusciva sempre migliore tuttavia con 10 coppie riusciva abbagliante»., Cruto decide di fabbricare alcune lampade con le lamine di carbonio, ma si trova la strada sbarrata dalle difficoltà economiche per procurarsi le apparecchiature necessarie. Infine, dal professor Andrea Naccari ottiene il permesso di usare le apparecchiature del laboratorio di fisica dell’Università di Torino per alcuni esperimenti ed il 4 marzo 1880 accende la sua prima lampadina.

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1880
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1880 - 1882

«All’ora fissata l’esperimento ebbe luogo alla presenza di dieci o dodici persone, (fra i quali i due professori) che prima di lasciarmi si dichiararono meco abbastanza soddisfatti … ». Con molti sacrifici Cruto riesce ad attrezzare a Piossasco un laboratorio e, dopo vari tentativi, costruisce una lampada particolarmente efficiente, ma ancora una volta non riesce a trovare i finanziatori per sviluppare il suo progetto. L’opportunità di far conoscere il valore della sua lampada gli giunge dall’ottico Felice Bardelli di Torino, disposto a sperimentare lampade Swan. Senza esitare Cruto si reca dal Bardelli e gli propone una prova comparativa; la quale risulta talmente favorevole a Cruto che, in breve tempo, si trovano quattro persone pronte a finanziare la società. «All’indomani [25 febbraio 1882] verso le 10 andai al negozio del signor Bardelli, la trovai pure il signor Bechis ed abbiamo fissato le basi del contratto di formazione di una società in accomandita col nome di A. Cruto e Compagnia io solo sarei stato socio accomandatario. I miei soci si sarebbero impegnati di fare un primo versamento di lire cinque mila allo scopo di far fronte alle spese per la continuazione degli studi e l’esercizio dell’invenzione. Esaurito il primo fondo di lire cinquemila se i risultati corrispondevano alla legittima aspettazione dei capitalisti, questi sarebbero tenuti a fornire i mezzi per le ulteriori operazioni, per altre lire cinquemila».

1880 - 1882
1882

«… pochi giorni dopo la firma del contratto, depositai domanda alla prefettura, per ottenere la privativa industriale sopra i perfezionamenti da me ottenuti». Il 1882 vede Cruto impegnato ad industrializzare il metodo per la fabbricazione delle lampade; impiantare la prima officina, creando quasi tutto il macchinario necessario e istruendo i primi operai ad un lavoro completamente nuovo e delicato; «… occorrendomi un operaio che mi aiutasse nei miei lavori, presi certo Bardelli Giuseppe, giovane di 16 o 17 anni, che presi in famiglia, tanto per la mensa che per l’alloggio… circa alla chiusura ermetica delle lampade mi sono deciso di adottare quello gia praticato da altri che era nel dominio del pubblico. A tale scopo mi occorreva un operaio soffiatore, non facile a trovarsi anche in una città come Torino». Studia anche un nuovo sistema per produrre i filamenti metallici: «…convinto poi che la forma a filamento meglio si addiceva allo scopo, studiai il modo di ottenerlo in filo… facendo depositare il carbonio sopra un filo finissimo di platino, percorso da una corrente elettrica da portarlo al rovente in un’atmosfera d’idrogeno bicarbonato. Per la fabbricazione di questi filamenti ho dovuto immaginare e costruire un utissaggio tutto speciale».

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1882
85 - Ecomuseo Sogno di Luce - Museo della Lampadina Alessandro Cruto - Alpignano TO
1882 - 1883

«…la mia piccola esposizione fu oggetto di molta curiosità per quanti si interessavano delle lampade ad incandescenza; fu bene accolta e fu oggetto di buoni articoli sopra seri giornali d’elettricità». Le lampade Cruto sono esposte all’Esposizione di Elettricità di Monaco di Baviera e, successivamente, ulteriormente perfezionate. All’innovazione fa seguito un nuovo brevetto industriale. Nel 1883 le lampade sono sottoposte ad una serie di test nel laboratorio di fisica del Politecnico di Zurigo diretto dal professor Weber. La relazione delle esperienze fatte così concludeva : « Quando sarà provato dalla pratica che la durata della lampada Cruto sia altrettanto grande quanto quelle di Edison, Swan, Maxim, Lane-Fox. Allora, dati i rapporti tanto favorevoli tra il lavoro e l’intensità della luce, essa sarà da designarsi per un grandissimo progresso nell’illuminazione ad incandescenza». La sera del 16 maggio quelle stesse lampade illuminano per la prima volta le vie di Piossasco.

1882 - 1883
1883 – 1884

«…nello studio del notaio Gaspare Cassinis erano convenuti tutti i sottoscrittori azionisti della formando Società Italiana di Elettricità Sistema Cruto ed i soci della A. Cruto e C. … io compreso». Nel 1884 “dodici dei sedici ambienti contenuti nella galleria delle camere elettriche” della Mostra dell’Elettricità dell’Esposizione Nazionale di Torino sono illuminate con lampade della Società A. Cruto e Compagnia. Si sancisce così il definitivo successo delle lampade, che da alcuni mesi si stanno fabbricando su vasta scala anche dalla Casa Mildé di Parigi, concessionaria del brevetto per la Francia. Anche a Cuba e in America le lampade sono particolarmente apprezzate e il brevetto è acquistato dalla Società Westinghouse per la produzione negli Stati Uniti.

L’ 11 aprile 1885, nello studio del notaio Gaspare Cassinis, si costituisce la “Società Italiana di Elettricità Sistema Cruto”. Scopo primario della nuova società è lo sfruttamento dei brevetti acquisiti, o da acquisire, di Cruto con la fabbricazione e la commercializzazione delle lampade. Il capitale sociale è stabilito in lire 500.000.

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1883 – 1884
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1884 – 1886

«… occorreva portare la fabbrica in località dove si avesse una sufficiente forza idraulica, il che non poteva aversi in Piossasco». Ormai il laboratorio di Piossasco non è più sufficiente per fare fronte alle richieste di lampade e inizia rapida la ricerca di un luogo appropriato. «Una domenica andammo in Alpignano dove vi era allora un molino pesto da canapa e torchio da olio. Ci siamo fermati sul ponte a vedere, si può dire a volo d’uccello quello stabile fabbricato nel letto della Dora. Come era allora aveva un aspetto orrido. Il prezzo di vendita non era troppo elevato: occorrendo la forza idraulica si poteva portare fino a 200 cavalli vapore. A tutti i miei colleghi piacque. La Società fece acquisto dello stabile per lire cinquanta mila, fece fare il progetto di costruzione dello stabilimento dall’ing. Gerolamo Taddei, allora anch’esso consigliere di amministrazione, si diede l’impresa ai F.lli Boggio dello stabilimento». Nel 1886 la prima fabbrica italiana di lampade elettriche ad incandescenza è ultimata, occupa 26 dipendenti e produce giornalmente circa 1000 lampade.

1884 – 1886
1886 – 1896

Nel 1887 il Comune di Alpignano affida alla Società Cruto l’illuminazione dell’abitato a luce elettrica. Nel 1888 il torinese Luigi Rocco ideò un nuovo metodo per la costruzione del filamento, trafilando una pasta a base di carbonio, ottenuta dal trattamento di sostanze zuccherine in acido solforico. Il nuovo metodo è acquistato da Cruto e dopo aver apportato vari miglioramenti brevettato.

96 - Ecomuseo Sogno di Luce - Museo della Lampadina Alessandro Cruto - Alpignano TO
1886 – 1896
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1896 - 1908

«Sognai le due fate (stagione estate od autunno ). Nel sogno le ho accarezzate, specialmente la maggiore. Questa mi lasciò fare, mi sorrise e mi baciò sulla bocca». Nel 1896, amareggiato dalla gestione dell’Azienda da parte degli Amministratori, Cruto si ritira e riprende gli esperimenti sulla cristallizzazione del carbonio, che aveva abbandonato per dedicarsi completamente allo sviluppo della lampadina. «…negli esperimenti fatti si è agito ad una pressione di 16 o 17 atmosfere. Credo che il prodotto migliorerà coll’agire a pressione sempre più forte … e che la temperatura debba essere fra 500° e 700° ». Tra il 1906 al 1908 Cruto si dedica anche ad altri studi: l’illuminazione elettrica delle fontane, una nuova lampada ad incandescenza a microlanuggine e, vera bizzarria, la Mosca elettrica sorta di giocattolo scientifico. Infine inizia una nuova grande impresa: tentare di accumulare l’elettricità atmosferica

1896 - 1908
1900 – 1920

La realizzazione del diamante artificiale forse è vicina, ma la morte lo coglie il 15 dicembre del 1908. Il suo sogno non si realizza, ma è grazie a quelle piccole lamelle, fabbricate tanti anni prima, che la lampada ad incandescenza si è diffusa. Nel 1903 la Società Anonima di Elettricità Sistema Cruto stipula un accordo commerciale con la Società Edison-Clerici di Milano per la vendita in comune delle lampade ad incandescenza prodotte. Successivamente cambia ragione sociale in Società Dora con sede in Genova ed infine, nel 1910, è assorbita dalla Società Edison-Clerici. Nel 1905 quest’ultima intraprende in Alpignano la fabbricazione delle rinomate lampade marchiate “Z” e dei relativi filamenti. Per iniziativa dell’ingegner Carlo Clerici una grande trafileria viene impiantata nello stabilimento superiore ed i filamenti, pressati di Alpignano, saranno ricercatissimi in tutta Europa.

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1900 – 1920
106 - Ecomuseo Sogno di Luce - Museo della Lampadina Alessandro Cruto - Alpignano TO
1920 – 1928

Nel 1922, per superare la crisi che ha colpito il mondo industriale, la Società Edison-Clerici decide di concentrare la produzione nello stabilimento di Milano e il complesso di Alpignano è posto in vendita. L’incarico di vendere gli stabilimenti venne affidato all’ingegner Silvio Marietti, direttore della Società. L’acquisto dei complessi di Alpignano fu deciso dalla Philips il 22 giugno 1927, con l’intento di impiantare una prima fabbrica in Italia. Dopo avere ammodernato le linee di produzione riprendono l’attività 300 operai, di cui 250 donne. Le nuove lampade prodotte sono del tipo pera e arga. Nel 1928 risorge a nuova vita lo stabilimento Cruto con la produzione della prima lampada ad incandescenza Philips.

1920 – 1928